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LA STORIA DELLA FATINA BLU..

Giulia era una bambina come tante altre: non stava mai ferma. Correva, saltava, cantava e ballava tutto il giorno. E proprio come tante altre bambine e bambini, non voleva dormire mai. Lottava e combatteva col sonno e nessuno sapeva perché. I suoi genitori provavano di tutto per farla addormentare: prima la facevano stancare da morire durante tutto il pomeriggio, poi le facevano vedere per quattro ore sempre la stessa noiosa trasmissione televisiva. Poi le davano  sei tazze di camomilla, seguite da due ore di ninna nanne. Ma era sempre sveglia. Allora  la rimproveravano, la minacciavano, la supplicavano, poi piangevano per due ore di seguito ed infine si addormentavano senza nessuna forza mentre lei rimaneva sveglia.

Giulia non voleva dormire mai. Un motivo c’era: i grandi non lo sanno, ma molti bambini, quasi tutti i bambini, di notte volano. Alcuni volano su cuscini volanti. Altri camminano su polvere di stelle. Certi maschietti si trasformano in cavalieri del cielo, in eroi avventurosi, alcuni diventano grandi per qualche ora. A molte femminucce spuntano le ali o arrivano poteri magici. Ci sono poi Orsacchiotti, bambolotti, pupazzi, copertine, giocattoli  e disegni che di notte accompagnano in cielo i bambini. Insomma, ognuno vola a modo suo.

Giulia aveva un cuscino volante. Si chiamava Lino. Si chiama ancora così, perché questo cuscino esiste ancora oggi.

A prima vista è un cuscino normalissimo: se ne sta tutto il giorno sul letto fermo e immobile, con la sua bella federa colorata e pulita. Ma la notte, come tutti i cuscini volanti, se ne va a spasso per i mondi. Aspetta che tutti si addormentino e poi vola via, a patto che ci sia una finestra socchiusa o una soglia abbastanza sollevata da terra da poterci passare sotto facendosi piatto piatto. Ai cuscini volanti piace immensamente volare ma devono stare attenti a non farsi scoprire dai grandi e devono tornare sul letto prima che i genitori si sveglino.

E il cuscino volante di Giulia era proprio uno di quelli che non si fanno scoprire mai dai grandi. Ma Giulia sapeva benissimo che il suo cuscino  se la svignava di nascosto di notte. E lei non lo perdeva d’occhio neppure per un momento.

“Cuscino volante! Se  vuoi volare via” diceva” mi devi portare con te!”

Il cuscino volante faceva ogni volta segno di no e allora Giulia lo minacciava: “Molto bene, e io chiudo tutte le finestre”. D’inverno era facile trattenerlo in casa, ma l’estate Giulia chiudeva continuamente le finestre e i suoi genitori andavano a riaprirle. Apri chiudi chiudi apri.“Ma insomma! Chi è che chiude tutte le finestre? Fa caldo!” dicevano. E mentre aprivano una finestra, Giulia chiudeva tutte le altre. Le cose andavano così ogni notte e i genitori avevano cominciato a pensare di essere in una casa stregata, e comunque avevano deciso di comprarsi un bel condizionatore.

Una notte d’estate, mentre i genitori di Giulia dormivano sudati sudati, con le finestre tutte ben chiuse, Fata Arcobaleno si posò sul terrazzo della sua casetta. Vedendo tutto buio e le finestre ben chiuse, la fata pensò che non ci fosse nessuno e decise di riposarsi un po’ sull’altalena gialla che si trovava su quel terrazzino all’ultimo piano. Era stanca. Erano molte notti che andava di tetto in tetto, di balcone in balcone, di finestra in finestra per cercare qualche bambina che potesse diventare una fatina colorata. Lei era una giovane fata maestra. La fata del lago Arcobaleno. E per colorare di arcobaleno tutto il lago le servivano fatine di tutti i colori. Ma aveva solo il giallo, il rosso, il verde e l’arancione. Aveva cercato e cercato: ma in città non c’era neanche una bambina  in grado di diventare fatina colorata. O erano troppo monelle. O erano troppo pigre. O erano troppo dispettose. O erano troppo dormiglione. Insomma: in tutta la città non c’era più nemmeno una bambina che andasse bene. E mentre Fata  Arcobaleno pensava molto preoccupata a queste cose, sentì all’improvviso una voce che diceva zitta zitta:

“Cuscino Volante, smettila, ho detto che non ti faccio uscire se non mi porti con te!!!”

Guardò attraverso la persiana e vide nel buio Giulia che teneva stretto stretto il suo cuscino tra le braccia. Fata Arcobaleno non credeva ai suoi occhi. Diventò invisibile ed entrò nella stanza mentre Giulia diceva:”Io voglio volare, voglio volare, voglio andare dappertutto!”

Allora Fata Arcobaleno decise di apparire e lo fece piano piano piano, per non spaventare Giulia. A dir la verità Giulia non si spaventò affatto anzi, appena la vide le gridò: “EHI!”

Fata Arcobaleno si spaventò moltissimo, fece un gran salto e finì in braccio all’orsacchiotto Winni Pooh che stava vicino al letto. Anche l’orsacchotto Winni Pooh si spaventò moltissimo e si buttò in braccio a Giulia che così si ritrovò in braccio: un cuscino volante con sopra un Winni Pooh con sopra una fata e disse: “Ma bene, c’è nessun altro che vuole venire in braccio a me?” Subito il pupazzo Serpente, che era un gran fifone, si buttò anche lui in braccio a Giulia che protestò:”Ma era solo un modo di direeee!!”

Fata Arcobaleno, vedendo quella bambina così sicura e coraggiosa era contentissima e senza dare tante spiegazioni subito le chiese: ”Ti piacerebbe diventare una fatina?”

“No no no no no no non se ne parla proprio nemmeno se mi paghi un mila milone di chili di zero di sette euro!!” rispose una strana vocina nel buio.

“Ma tutte le bambine vorrebbero essere fatine, perché tu no?” chiese sorpresa Fata Arcobaleno.

“Perché non sono una bambina: sono un vecchio signore principe molto giovane e bello!” rispose Serpente di nuovo con quella strana vocina di prima.

“Serpente smettila! Tu non c’entri!” disse Giulia chiudendogli la bocca “ Non gli badare, lui è il mio amico pupazzo preferito, ma dice sempre cose strane e crede di essere un uomo!!!…  e Comunque io gli voglio bene lo stesso perché fa ridere ed è molto simpatico!”

“Oh!” esclamò sorpresa la fata e poi aggiunse dopo un lungo sguardo divertito: “Allora, bambina, ti piacerebbe diventare una fatina?”

“Le fatine possono volare?”

“Certo, quando  conquistano le 12 stelle e diventano fate vere…”

“E le fatine possono portare con loro i cuscini volanti?”

“Oh, sì, eccome!”

“Anche i serpenti?” chiese Serpente

“Sì, ma solo qualche volta!” disse divertita la Fata.

“Allora voglio diventare una fatina!” disse Giulia.

“Anche io!” aggiunse serpente. “Però una fatina maschio che vola con l’elicottero e si sposa con tutte le regine del mondo e visse felice e contento col suo elicottero sul cuscino”

La fata si mise a ridere e il suo sorriso accese tutta la stanza di  magici riflessi.

Il papà di Giulia allora iniziò a rigirarsi nel letto e Fata Arcobaleno disse:”Ora è meglio che io vada via, prima che i tuoi genitori si sveglino. Tornerò a prenderti domani notte!!!”

Giulia le saltò al collo e le dette un grande bacio. La stanza si illuminò di scintille azzurre e il papà si rigirò stiracchiandosi. Fata Arcobaleno, stupita da tutta quella energia azzurra sprigionata dal bacio di Giulia scomparve in fretta e Giulia si buttò giù tra le lenzuola per non farsi scoprire. Fece un gran sospiro e, felice, per la prima volta si addormentò davvero in un attimo. Il suo papà, sentendo il sospiro allungò il braccio verso il suo letto per accarezzarla e sussurrò mezzo addormentato:”Dormi Giulia, dormi”. E accarezzando   Serpente sulla testa, lo baciò  sulla bocca e si riaddormentò dicendo “Tesoro mio dormi” mentre Serpente, con gli occhi storti e la lingua tutta fuori tossì, sputò,  e poi svenne. Così quella notte, per la prima volta, la  camera restò finalmente silenziosa.

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